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Trieste non vede l’ora di ospitare i top team del mondo

 

 
Trieste, Italia, 21 agosto 2014 - Mondiali: Michelli, "Che Brasile, ma occhio alla Turchia”
Il girone triestino visto dal direttore del Col
Scatta il conto alla rovescia per il Mondiali di volley femminile: manca un mese al principale evento sportivo dell’anno in Friuli Venezia Giulia e il direttore esecutivo del Comitato organizzatore locale di Trieste Alessandro Michelli scruta l’orizzonte, compiaciuto. "Più ci avviciniamo al Mondiale, più si ha la soddisfazione di vedere che il continuo lavorio e la fatica in cui sono coinvolti tanti volontari si traduce in realtà”. Michelli, 56 anni, ha la pallavolo nel sangue: ha giocato in B con il Solaris di Trieste e militato a Gorizia e nel Villa Vicentina (in questo caso come giocatore-allenatore). Da dirigente è stato general manager dell’Adriavolley Trieste (serie A1) e vicepresidente del Comitato regionale Fipav con delega ai Grandi Eventi. Fino a un mese fa era anche nel cda della Pallacanestro Trieste.
Michelli, il World Grand Prix, che giunge ora alla Final Six, ha dimostrato che il Brasile, di scena a Trieste nel Mondiale, è un dream-team.
Per Trieste è una grandissima opportunità e un grande onore annoverare una formazione come il Brasile nella prima fase. Avere qui la testa di serie numero uno e la grande favorita impreziosisce la nostra scena.
L’Italia è stata eliminata dal Grand Prix, scontando anche alcuni infortuni. Come giudica le prestazioni azzurre?
Esiste un elevato potenziale. Sicuramente non siamo stati fortunati, però la fortuna bisogna sapersela conquistare. Ci sono ancora tempo e spazio. L’infortunio di Bosetti è importante, inutile nasconderlo, ma ho visto delle valide alternative e ci sono dei rientri possibili, come quello di Costagrande, mentre resta da valutare l’infortunio di Ferretti. M’incuriosisce che la nostra Nazionale sia ancora un po’ un cantiere aperto. L’allenatore avrà in mente il suo sestetto, ma non ce l’ha fatto capire.
Il ct Bonitta non è parso comunque disperato per l’esito del WGP.
Si tratta di sentire che cosa ne pensa la Federazione, perché alla fine partecipare alla Final Six significa ricevere un premio in denaro. Probabilmente va bene così, considerando anche che Bonitta è arrivato negli ultimi mesi e aveva bisogno di vedere all’opera tutte le giocatrici.
La Turchia, che vedremo in campo a Trieste nei Mondiali, ha eliminato l’Italia. La formazione eurasiatica è molto seguita dalla stampa del suo Paese.
Ed ha anche un grande seguito di pubblico, maggiore di quello del volley maschile. Non dimentichiamo che, nella partita con l’Italia, la seconda scorer è stata Ozsoy - 18 punti -, guarda caso la straniera da poco acquistata dall’Imoco Conegliano, società che quest’anno ha fatto le cose in grande e vuole puntare a risultati di estremo rilievo in campo internazionale e in ottica scudetto.
La Serbia ha pagato dazio con la Corea. La musica sarà diversa ai Mondiali per le ragazze di Terzic?
La Serbia è sicuramente un astro nascente. E’ chiaro che ogni tanto ci possono essere delle battute d’arresto. Poi nell’anno dei Mondiali il Grand Prix può rappresentare una sorta di periodo di allenamento e di verifica, cosicché quei risultati vanno presi con le pinze. Ritengo che la Serbia sia una formazione che possa comunque dare del filo da torcere anche nella seconda fase.
Cina e Giappone giocheranno la prima fase a Bari, poi quasi certamente arriveranno a Trieste. La Cina, già fortissima, sembra avere ulteriori margini di crescita.
Sì, la Cina mi ha impressionato, come del resto attesta il ranking internazionale. Ha potenza, è ben guidata tecnicamente e anche con l’Italia al completo ci ha fatto soffrire. Sarà una delle protagoniste.
Il Giappone avrà il vento in poppa per aver ospitato la Final Six WGP.
E’ un’altra formazione di caratura internazionale, anche se probabilmente con mezzi fisici inferiori. Il fatto di giocare il Grand Prix in casa darà del valore aggiunto. Credo comunque che Brasile e Cina siano una spanna sopra le altre.
Quale sarà la rivelazione di questo Mondiale?
Proprio la Turchia. E’ riuscita a portare giocatrici importanti nel suo campionato, facendo crescere tantissimo il movimento. E’ una formazione estremamente interessante, sia dal punto di vista della potenza fisica, sia dal punto di vista tecnico. E ha un allenatore che qualcuno potrebbe anche rimpiangere, come Barbolini.
Il Belgio ha vinto il gruppo due del WGP. Può essere una sorpresa?
Ci sono ormai delle squadre considerate di fascia minore che riescono a impensierire formazioni di rango più importante. Può essere il caso del Belgio.
Un nome solo: qual è l’atleta che ha più curiosità di vedere dal vivo a Trieste?
Per potenza, bellezza e importanza, la brasiliana Jacqueline.
Quale risposta si attende dal pubblico del Friuli Venezia Giulia per il Mondiale a Trieste?
Considerando che è un periodo difficile dal punto di vista economico, il Col e la Federazione hanno proposto agevolazioni rilevanti. Ritengo che la risposta della regione e dei Paesi limitrofi possa essere importante, di fronte a un’occasione unica. A Trieste vedremo per due settimane il meglio della pallavolo mondiale.
Michelli, che programmi ha dopo il Campionato iridato?
E’ una domanda che mi sono posto. A questo Mondiale ho cominciato a lavorare nel 2011 e ora bisogna concentrarsi su questo grande evento. Certo, sarà difficile restar fuori da questo mondo che amo così tanto.

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