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Togut:"Italia gioca il Mondiale senza pensare alla finale"

 

Trieste, Italia, 28 luglio, 2014 - Vincitrice con la maglia azzurra del Mondiale di
Berlino del 2002 in cui fu indicata come miglior giocatrice. Basta questo
biglietto da visita per Elisa Togut, goriziana, una delle più grandi
pallavoliste italiane di sempre. Nel suo palmares due argenti (2001 e 2005) e
un bronzo (Italia ’99) agli Europei, un argento e un bronzo al World Grand
Prix. E poi una Supercoppa italiana, una Coppa delle Coppe e una Coppa Cev. In
pratica alla schiacciatrice-opposta, oggi felice mamma e moglie, è mancato solo
lo scudetto. Proprio poche settimane fa la decisione di appendere le scarpette
al chiodo dopo aver chiuso la carriera a Pinerolo.


Elisa
Togut, una straordinaria campionessa che si ritira proprio nell’anno in cui si
disputa in Italia il Campionato del Mondo di pallavolo femminile. Una
sensazione un po’agrodolce, vero?


Quando si maturano determinate decisioni, si è determinati,
almeno per quanto mi riguarda. La pallavolo mi ha dato tantissimo, sono stati
vent’anni di grandissime emozioni, ad altissimo livello. Una parte della mia
vita "finisce”, però sono convinta che, in quanto ogni cosa ha il suo
tempo, si riparta da nuove esperienze. Si chiude un capitolo importantissimo in
cui ho imparato tanto. Senza rimpianti.


Da
non più giocatrice, come assisterai alle partite del Mondiale italiano?


Mi piacerebbe vedere il Friuli Venezia Giulia tinto di
pallavolo per questo evento così importante e vorrei venire a vedere qualche
partita a Trieste. Ci sono tante città coinvolte. Chissà, magari nelle fasi
finali potrei andare a seguire l’Italia dal vivo.


Elisa,
da bambina, nella tua Gorizia alle scuole elementari scrivesti un giorno:
"Il mio sogno è giocare nella Nazionale di pallavolo femminile”. Cosa hai
pensato quando hai indossato per la prima volta la maglia azzurra?


Tanta emozione, tanta contentezza e spensieratezza,
anche se mi rendevo conto solo in parte, perché certe cose le apprezzi solo più
tardi. Poi quando non le hai più sotto mano ne capisci fino in fondo il valore.
Questo vale anche per le cose importanti della vita.


Intorno
a te, oltre all’ammirazione, c’è affetto. E’ più difficile essere campionessa
con il cuore, invece che una fredda macchina da punti?


Sì, però quando ti poni in maniera semplice e lo fai
l’umiltà giusta, riesci ad arrivare fino in fondo dentro a chi ti segue. Il
ricordo è che hai vinto prima come persona, rimanendo quella di sempre. Non
sono cambiata dall’epoca in cui partii da Gorizia. Per me questo è il più
grande complimento.


Per
la tua straordinaria carriera hanno contato di più l’affinamento tecnico, le
doti atletiche o la volontà?


C’è bisogno di un connubio tra tutti. Sicuramente madre
natura mi ha dato i centimetri, però non conta solo quello, perché poi vediamo
tanti giovani promettenti che non riescono ad arrivare. Senza capacità e senza
una determinazione eccezionale, fai fatica a primeggiare.


L’oro
mondiale di Germania del 2002 in cui fosti anche la miglior giocatrice rimane
il tuo ricordo più bello?


Sì, era l’apice. Quando vinci un Mondiale, rimane un
ricordo indelebile. E’ stato un trionfo per la Nazionale che non era mai
arrivata così in alto.


Che
cosa può insegnare quell’alloro alle Azzurre di Bonitta?


Che per arrivare in fondo bisogna mantenere
concentrazione. Che il Mondiale è una competizione lunga e bisogna giocare gara
per gara, senza pensare già al risultato finale.


A
Trieste si disputerà dal 23 settembre il girone con Brasile, Serbia, Turchia,
Canada, Bulgaria e Camerun. Come lo vedi sotto il profilo tecnico?


E’ un girone di altissimo livello. Un bel mix, con un
Brasile che è al top da anni, la Serbia che è un’emergente, ma che già ha
dimostrato di valere i primi posti anche a livello europeo, e la Turchia, che è
venuta fuori bene ultimamente.


Ora
ti dedichi alla famiglia, come moglie e mamma. Chi più di te potrebbe dare un
contributo alla pallavolo italiana?


Sì, c’è tanto da offrire da parte di persone come me
che hanno dato e ricevuto tanto e quindi hanno un’esperienza alle spalle di
ottimo livello.


Hai
già ricevuto qualche proposta?


Per ora voglio prendermi i miei tempi e seguire da
vicino la mia famiglia. Poi vedremo. Non escludo niente, se ci sarà la
possibilità di conciliare famiglia con altro lo valuterò.


Sei
rimasta legata alla tua Gorizia?


Sì, sono tanto legata alle mie origini. A Gorizia ci
torno sempre volentieri. Purtroppo non c’è pallavolo di altissimo livello in
Friuli Venezia Giulia e da questo punto di vista la possibilità di ospitare un
Mondiale è oro colato.


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